L'attacco della polizia dopo gli insulti al corteo per il Leonka: "Così minano la democrazia"

Scritto il 07/09/2025
da Francesca Galici

Gli agenti sono stati fatti oggetto di lancio di uova e di insulti: "Certi ambienti non hanno nulla a che vedere con la partecipazione civile"

Insulti al governo, petardi e uova contro le forze dell'ordine: c'è tutto il repertorio dei centri sociali nella manifestazione che si è svolta a Milano nel pomeriggio di ieri in favore del Leoncavallo sgomberato. Due cortei che si sono incontrati, fortunatamente senza causare scontri con le forze dell'ordine, ma comunque tenendo un comportamento censurabile. I manifestanti sono riusciti ad arrivare in Piazza Duomo, accesso che, inizialmente, era stato vietato. Qui qualcuno ha lanciato cori di insulti contro il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Qualche manifestante è anche salito sulla statua di Vittorio Emanuele dove si è schierata la polizia in assetto antisommossa.

"Chi insulta le istituzioni, lancia oggetti contro la Polizia e rivendica l’illegalità come diritto, in realtà non sta esprimendo dissenso ma sta minando la democrazia. Le continue provocazioni di chi pretende di vivere al di sopra delle regole confermano che certi ambienti non hanno nulla a che vedere con la partecipazione civile ma solo ed esclusivamente con la sopraffazione", ha dichiarato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp. "A Milano nel corso del corteo per il Leoncavallo, così come a Vicenza durante le manifestazioni dei no-Tav, è emerso con chiarezza che la violenza resta l’unico linguaggio di chi si oppone allo Stato. Ed è ora che lo si dica chiaramente: non possono esserci zone franche in cui l’ordine pubblico diventa terreno di sfida per antagonisti e centri sociali. Un plauso va agli operatori di Polizia, che hanno gestito con professionalità e fermezza situazioni tese e provocazioni vergognose, e tutta la nostra solidarietà al ministro Piantedosi, che ha ribadito la linea della legalità nonostante gli insulti scomposti e inaccettabili che gli sono stati rivolti durante la manifestazione", ha concluso il sindacalista.

"Vogliamo rivolgere la nostra solidarietà ai colleghi, tanto per cambiare insultati e bersagliati dai soliti indegni attacchi di certi professionisti dell’odio verso le divise ma bravissimi a gestire una situazione delicata, nonché al ministro Piantedosi anch’egli offeso come simbolo di uno Stato che adempie al proprio dovere facendo rispettare l’ordinamento", ha dichiarato Valter Mazzetti, segretario generale Fsp Polizia di Stato. "Troveremmo ridicolo, se non generasse anche così tanta indignazione, che chi ritiene di difendere la democrazia lo faccia usando la violenza, calpestando la degnità di donne e uomini che fanno solo il proprio dovere, negando il rispetto a quelle nostre Istituzioni senza le quali la tanto anelata libertà non ci sarebbe affatto", ha aggiunto.

Come poliziotti, "siamo veramente stufi dell’ipocrisia di chi pretende di vivere al di sopra delle norme e del rispetto degli altri, della proprietà altrui, del dovere degli operatori della sicurezza di fare il proprio lavoro, del diritto di tutti i cittadini di sapere che le leggi valgono per tutti e vengono fatte rispettare. Siamo stufi che in nome di una falsa protesta, che nella realtà si traduce solo in arrogante convincimento di poter fare sempre e solo tutto come si vuole senza limiti dettati dalle semplici convenzioni civili oltre che dall’ordinamento, chi rappresenta lo Stato venga continuamente offeso e aggredito. Lo Stato c’è e funziona, e protestare con violenza perché fa rispettare le leggi mette automaticamente dalla parte del torto".

Stefano Paoloni, segretario Generale Sap ha voluto sottolineare che "il centro sociale Leoncavallo era occupato illegalmente e ieri i suoi sostenitori hanno confermato la loro indole, attaccando le forze dell’ordine con uova e vernice, senza tralasciare insulti ed epiteti contro il Ministro dell’Interno Piantedosi. Non censurare e condannare questi comportamenti significa esserne complici come lo sono stati tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione, il cui epilogo era purtroppo prevedibile, perché hanno fornito l’occasione e lo scudo per gli incivili ed i violenti". Ancora una volta, conclude Paoloni, "è stata calpestata la dignità di coloro che quotidianamente rischiano la propria incolumità per garantire a tutti di poter manifestare liberamente e assicurare la sicurezza del Paese. Siamo certi che gli autori materiali saranno presto individuati e dovranno rispondere delle loro azioni, ma quanti hanno consentito loro di poter agire partecipando alla manifestazione meritano una condanna morale che auspichiamo sia unanime".

Il premier Giorgia Meloni ha espresso "piena solidarietà" al ministro e alle forze dell'ordine, condannando i disordini e "gli inaccettabili insulti" a Piantedosi che "non fermeranno il nostro lavoro per combattere le zone franche per troppi anni tollerate e ripristinare la legge dove è violata". Solidarietà anche dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, ai poliziotti e al ministro Matteo Piantedosi, insultato dagli antagonisti. "Sarebbe opportuno che tutti prendessero le distanze da quanto avvenuto e che nulla ha a che fare con una manifestazione di dissenso", ha detto La Russa in una nota.