"Essendo stato troppo spesso divisivo, sono contento per una volta di essere inclusivo". L'ultimo scoop di Sigfrido Ranucci è la "riapertura" della commissione di Vigilanza Rai presieduta dalla M5s Barbara Floridia dopo mesi di paralisi, con il pretesto della sua audizione l'organismo di vigilanza su Viale Mazzini affronta l'attentato al conduttore di Report. Ma i veleni sul suo presunto "pedinamento" spingono il sottosegretario a Palazzo Chigi Giovanbattista Fazzolari a dichiarare: "Pronto a denunciarlo".
"Ringrazio la mia squadra, che la scorta non ce l'ha ma soprattutto la Rai", esordisce Ranucci, accompagnato dal direttore dell'Approfondimento Rai Paolo Corsini ("Come padre sono rimasto sconvolto quando ho saputo che l'esplosione aveva colpito anche la figlia", dice il dirigente), segno che la tv di Stato lo appoggia dopo mesi di dispetti e incomprensioni. "Lo abbiamo visto anche con Far West e Lo Stato delle Cose, il giornalismo di inchiesta è scomodo per definizione", aggiunge Corsini. Ranucci raccoglie l'endorsement, ringrazia la Rai "per il supporto che ci ha dato", tramite la senatrice M5s Dolores Bevilacqua i grillini - da sempre sponsor di Report assieme al loro leader Giuseppe Conte - chiedono a Viale Mazzini di "restituire le garanzie sul budget e il ripristino delle trasferte dei giornalisti", con Ranucci che annuisce e chiede "indietro" le puntate a rischio tagli, dando la colpa su trasferte, rimborsi e altri impedimenti alla burocrazia.
Al meloniano Marco Lisei che lo punzecchia sulla commissione Covid che lui presiede, snobbata da Report nonostante le scoperte di cui Il Giornale ha dato ampiamente conto in queste settimane, Ranucci risponde con la promessa di tornare sulle scoperte che imbarazzano Giuseppe Conte e Roberto Speranza, mentre il senatore Fdi Raffaele Speranzon lo accusa di una morbosa attenzione "solo sul centrodestra nell'ultimo bienno", che Ranucci respinge sdegnato.
Ma è sull'attacco al Garante della Privacy che Ranucci insiste, contestando i conflitti d'interessi dei membri eletti dal Parlamento, "gente che presenta i libri con Gennaro Sangiuliano", poi ribadisce la correttezza dei tecnici, che però sono quelli che il 17 ottobre hanno deciso di sanzionare Report. Quanto alle possibili piste legate all'attentato subito a casa sua a Pomezia, dalle illazioni si passa a tre ipotesi: l'eolico e la 'ndrangheta nel Veronese, i legami tra politica, eversione e mafia e un traffico di armi. L'animata discussione sulla sua audizione in commissione Antimafia scandisce tutta la giornata fino a sera. Non si ferma lo scontro dopo la secretazione della risposta alle illazioni del senatore M5s Roberto Scarpinato sul presunto pedinamento dei Servizi che avrebbe "ispirato" Fazzolari contro il conduttore di Report per una puntata sul padre di Giorgia Meloni. È l'esecutivo ad aver voluto silenziare il giornalista? Per la maggioranza è "una sceneggiata" sia la domanda di Scarpinato, sia la richiesta di secretazione della seduta, sembra che i due si siano messi d'accordo. Fazzolari in serata tuona contro "certe insinuazioni assurde" poi ipotizza di denunciare Ranucci, sebbene "sia impossibile ottenere giustizia contro chi ha preso la standing ovation all'Anm": "Ho annunciato un'azione legale, accompagnandola all'offerta di una possibile mediazione. Mi sarei fermato se Ranucci avesse smentito, lui ha preferito un altro grottesco siparietto". Persino Matteo Renzi ammette: "Governo mandante? Un'idiozia ma mai pedinare i giornalisti, Ranucci - con cui ho litigato - è un panda, da proteggere".
Ma alla domanda della senatrice Idv Elena Boschi su Fazzolari Ranucci chiede di secretare, con Fdi che oppone. "Fazzolari ha ispirato i servizi segreti, confermo", insiste tirando in ballo fantomatiche fonti dentro la Vigilanza e il Parlamento. "Non posso rivelarle". E alle 23.00 si va in secretata.