"Ci vuole senso di responsabilità prima di rovinare la vita delle persone". Lo ha detto l'avvocato Domenico Aiello, legale di Mario Venditti, uscendo dal Tribunale del Riesame dove, questa mattina, si è svolta l'udienza relativa alla richiesta di annullamento del decreto di perquisizione disposto nei confronti dell'ex pm dalla procura di Brescia, eseguito lo scorso 26 settembre, nell'ambito dell'inchiesta per corruzione in atti giudiziari. Secondo l'ipotesi accusatoria, nel 2017 l'allora procuratore aggiunto di Pavia avrebbe ricevuto "una somma indebita di denaro" di circa "20/30 mila euro" per "favorire Andrea Sempio", all'epoca indagato e poi prosciolto per l'omicidio di Chiara Poggi.
La richiesta del legale
L'udienza è terminata poco dopo le ore 12.30. Venditti, assistito dal suo difensore, era presente in aula. Nei giorni scorsi l'avvocato Aiello era ricorso al Riesame per chiedere il dissequestro dei dispositivi informatici - 3 smartphone, 2 pc, 2 iPad, 2 hard disk e 2 chiavette Usb - requisiti all'assistito dai militari del Gico della guardia di finanza di Brescia e del Gruppo di Pavia, con anche i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, durante la perquisizione del mese scorso. Secondo Aiello, infatti, non vi sarebbe "alcuna prova" della presunta corruzione. In un caso del genere "almeno il corruttore lo devi trovare", ha dichiarato il legale rivolgendosi ai cronisti. Secondo l'accusa, invece, ci sarebbero stati sufficienti indizi per perquisire l'ex procuratore aggiunto di Pavia. La Procura oggi non ha depositato nuovi atti, mentre la difesa di Venditti ha portato all'attenzione dei giudici del riesame una "voluminosa memoria". I giudici del Riesame si sono riservati di decidere entro il prossimo 18 ottobre.
L'ipotesi di un secondo ricorso
Secondo quanto riporta La Presse, l'avvocato Aiello sarebbe in procinto di depositare anche un secondo ricorso al Riesame contro il sequestro dei dispositivi, avvenuto il 9 ottobre, nell'altra indagine (Clean 2), nata a Pavia e trasmessa per competenza a Brescia, che vede Venditti indagato per corruzione e peculato. Suddetta inchiesta, che è slegata da quella bis sul delitto di Garlasco, intende far luce sul cosiddetto "sistema Pavia", ovvero una presunta rete di rapporti opachi tra carabinieri, imprenditori e politici e magistrati. Per l'accusa, l'ex procuratore aggiunto di Pavia e il pm di Milano Pietro Paolo Mazza, a sua volta indagato e perquisito la scorsa settimana, sarebbero stati al centro di una "gestione anomala" delle auto a noleggio, così come sarebbero state rilevate delle "anomalie" fra i carabinieri, all'epoca alle loro dipendenze, in servizio presso il centro intercettazioni della Procura.