Buongiorno dottoressa Valeria Braghieri, da tempo seguo la sua «posta», ma scusi la mia leggera insolenza, le chiedo: ma chi è lei? Chi le ha dato la «patente» per occuparsi di questioni sentimentali? Forse è laureata di «Amorologia»... chissà, ammesso che questa materia esista. Ah pardon, mi scusi, non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Silvio K., 74 anni, ex psicologo. Le posso assicurare che, nell’arco della mia carriera, di problemi di coppia, coniugali e non, ne ho affrontati davvero tanti e so che una lettera e una risposta non aprono e non chiudono un «caso». La posta del cuore che tanti media tengono aperta come uno sportello di «pronto intervento» poco può fare per affrontare realmente la sofferenza che a volte, purtroppo, può accompagnare una vita coniugale. Ciò detto, comunque, cara Valeria, devo ammettere che nel dare le risposte lei è particolarmente abile, ammiro la sua capacità di destreggiarsi tra tanti argomenti così differenti, ammiro la sua prosa, ironica ed elegante. Brava dunque! Chiudo aggiungendo questo: il praticare il mondo dei sentimenti, dal suo punto di vista, come l’ha cambiata; leggere e riflettere sull’eros, sulle sue tante sfaccettature e possibilità, insomma non ne uscirà indenne... che cosa pensa dell’amore, ora, dall’alto della sua «competenza». Un cordiale saluto, ancora complimenti.
Dottor Silvio K.
Caro Silvio, l’«Amorologia» esiste, ho scoperto, da quando Teresa Cinque, pseudonimo di Elisa Giannini, ne ha fatto il titolo di un suo libro edito per Longanesi. E in ogni caso, d’ora in poi, voglio autodefinirmi sempre così: un’«amorologa» perché mi ha fatto davvero sorridere. Sono ben consapevole (se non altro per aver fatto nella mia vita circa un milione di sedute di analisi) di non poter risolvere nulla con una risposta. E chi mi scrive è perfettamente conscio della stessa verità. Ma la gente scrive. Quindi, in qualche modo, tutto questo un senso deve averlo. Di certo lo ha per me. Un po’ come chi decide di studiare psicologia perché è il primo passo verso la guarigione (non sarà il suo caso ma spesso va così). Intanto mi inorgoglisce il fatto che la gente abbia voglia di condividere con me qualcosa della propria vita e poi questa rubrica mi mette in ascolto. Mi invita alla riflessione e ad una pacatezza nelle risposte della quale, di norma, sono spesso sprovvista. Mi invita a prendere in considerazione più punti di vista, a valutare opzioni delle quali non terrei mai conto per me stessa e a essere meno tranchant. O almeno è ciò che mi auguro.