I partner si scelgano non solo per i soldi

Scritto il 06/11/2025
da Alessandro Casotto

Uber sarà sponsor ufficiale delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026. Ma mentre si celebrano la tecnologia e la "mobilità del futuro", si dimentica chi garantisce da sempre il trasporto pubblico non di linea, nel rispetto delle regole e dell'utenza.

Uber sarà sponsor ufficiale dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano Cortina 2026. Cinquemila autisti "a disposizione" e oltre un milione e mezzo di persone attese: una partnership che la Fondazione presenta come un passo avanti per la mobilità. Ma davvero è così?

Chi conosce la città e i suoi spostamenti sa che ogni giorno sono i tassisti a garantire milioni di corse nel rispetto delle norme, a tariffe calmierate e con la tutela di chi viaggia. Un servizio pubblico non di linea che funziona perché è radicato nel territorio, fatto di persone, non di algoritmi.

Eppure, quando si tratta di grandi eventi, a contare non è più l'esperienza, ma chi offre più visibilità o più budget. La logica del "chi paga di più vince" sembra contagiare tutto, anche i simboli nazionali. Ma le partnership istituzionali dovrebbero premiare chi rappresenta davvero il Paese e i suoi valori, non solo chi ha la potenza economica per sponsorizzarli.

Il rischio è chiaro: affidare la mobilità olimpica a una multinazionale che non investe nei territori ma li sfrutta finché conviene. Lo abbiamo già visto altrove - compagnie aeree, catene alberghiere, commercio - e ogni volta il risultato è lo stesso: si perdono posti di lavoro, ricchezza e autonomia.

Milano Cortina 2026 dovrebbe essere una vetrina per l'Italia, non per le piattaforme globali. L'eredità olimpica non può essere solo una corsa digitale, ma un modello di equilibrio tra impresa, regole e rispetto per chi serve davvero i cittadini.

Perché i partner, quelli veri, non si scelgono con il portafoglio. Si scelgono con la coscienza.