Chi vive con fratelli o sorelle, chi si prende cura dei figli del coniuge scomparso o di quelli nati fuori dal matrimonio, potrebbe presto vedersi riconosciuto un sostegno fiscale finora inaccessibile. È questa una delle novità più significative contenute nella bozza del nuovo decreto legislativo in materia Irpef, attualmente al vaglio del Consiglio dei Ministri. Il provvedimento, in sintonia con un'idea più ampia e inclusiva di “famiglia”, punta ad allargare il perimetro dei beneficiari fiscali, andando oltre le tradizionali detrazioni per i familiari a carico. Ecco tutto ciò che c'è da sapere.
L'impianto normativo
L’impianto normativo resta fondato sulle soglie di reddito: per poter rientrare nelle detrazioni per carichi familiari, è necessario che il familiare non superi i 2.840,51 euro annui di reddito, soglia che sale a 4.000 euro per i figli con meno di 24 anni. Tuttavia, la nuova formulazione del decreto introduce un principio più ampio: anche chi non ha diritto alla detrazione per carichi di famiglia potrà essere preso in considerazione ai fini fiscali, se convive con il contribuente o riceve da lui un sostegno economico. Un esempio concreto? Fratelli e sorelle che vivono sotto lo stesso tetto. Finora, in assenza di specifici provvedimenti giudiziari che certificassero un obbligo di mantenimento, non potevano rientrare in alcun beneficio fiscale. Oggi, invece, si apre la possibilità di includerli tra i soggetti fiscalmente rilevanti. Lo stesso vale per figli nati fuori dal matrimonio ma riconosciuti, figli adottivi o in affido, e per i figli del coniuge defunto che continuano a vivere con il superstite.
Maggiore equità
Il decreto si muove nella direzione di una maggiore equità, riconoscendo come reale la complessità dei legami familiari contemporanei. Nella relazione tecnica si sottolinea che la norma ha uno spirito “inclusivo”, volto a tutelare anche chi si assume responsabilità familiari importanti, ma che non trovano un riconoscimento fiscale nella rigida struttura delle detrazioni per carichi di famiglia.
Il riferimento normativo
Dal punto di vista tecnico, il riferimento è l’articolo 12 del Testo unico delle imposte sui redditi, ma vengono coinvolti anche i soggetti indicati nell’articolo 433 del Codice civile – vale a dire parenti che, in determinate situazioni, possono essere oggetto di obblighi alimentari. Tuttavia, per accedere a questi benefici non sarà più necessario un pronunciamento del giudice: basterà la convivenza o il sostegno economico effettivo.