Nagel alzo zero contro tutti. "Troppe anomalie nell'Ops"

Scritto il 15/07/2025
da Camilla Conti

Il banchiere ha ribadito i motivi di inadeguatezza dell'offerta. E da ieri Lovaglio è a Londra per avviare il nuovo road show

Nel primo giorno dell'Offerta pubblica di scambio su Mediobanca, partita ieri, il ceo del Monte dei Paschi, Luigi Lovaglio, è volato a Londra per un nuovo giro di incontri con gli investitori esteri. Il banchiere sarà nella City per tutta la settimana e poi dovrebbe partire alla volta di New York per una tappa del roadshow sull'operazione che si concluderà l'8 settembre e che prevede 2,533 azioni Mps per ogni titolo di Piazzetta Cuccia. In Piazza Affari ieri le azioni di Rocca Salimbeni hanno chiuso la seduta in rialzo dell'1,4% a 7,011 euro, quelle della banca milanese sono invece rimaste invariate a 18,25 euro.

A sua volta il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, ieri pomeriggio ha tenuto la conferenza telefonica con gli analisti annunciata venerdì. Nel corso della presentazione, Nagel ha ripercorso gli esiti del cda della settimana scorsa che ha bocciato l'Ops di Siena. Ha anche approfittato dell'occasione per lanciare nuove stoccate contro il Monte, gli azionisti Delfin e Caltagirone non risparmiando nemmeno il governo.

Ben nove slide sono state dedicate ai "rischi significativi" di una fusione con Mps che, ha sottolineato il banchiere, "sfortunatamente" presenta "una storia travagliata" segnata da "aumenti di capitale per 25 miliardi negli ultimi 20 anni" avendo inoltre "eroso la quota di mercato di circa un terzo nell'ultimo decennio sia sui prestiti che sui depositi". Il Monte, si legge inoltre nelle slide della presentazione, potrebbe danneggiare le attività specializzate di Mediobanca con "una significativa diluizione del marchio, della reputazione e del franchising non apportando alcun miglioramento all'offerta ai clienti". Nagel ha quindi puntato il dito sulla "governance complessa" caratterizzata da "una struttura piramidale" che si verrebbe a creare con una eventuale integrazione fra Mps e Mediobanca perché i due azionisti Delfin e Caltagirone avrebbero "una presenza significativa in tre istituzioni finanziarie sistemiche", ossia, Mediobanca, Mps e Banca Generali. Toni forse ancor più duri di quelli già usati quando Siena ha lanciato la scalata a Piazzetta Cuccia. "Questo tipo di offerta non è lo standard, ci sono vari elementi anomali, forse troppi", ha detto agli analisti. Citando il modo con cui l'ultima tranche di azioni Mps sono state vendute (lo scorso novembre), "con la presenza di due grandi azionisti che sono entrati contemporaneamente nel capitale della banca", quindi secondo Nagel "questa operazione è stata preparata, votata e sostenuta da tutti i principali azionisti, compreso il governo". Governo che, ha poi aggiunto il banchiere, "sta ricoprendo più ruoli contemporaneamente" e "questa situazione, in cui è azionista di maggioranza del Monte Paschi, controlla di fatto il cda e usa il golden power, ha fatto sì che diversi attori in Italia, direttamente o indirettamente, decidessero di sostenere questa operazione".

Nagel, insomma, ha deciso di sparere ad alzo zero, senza guardare in faccia a nessuno. Lasciando quasi intendere che si tratta della sua requisitoria finale. Non a caso corre voce, non confermata, che abbia fatto già avviare in banca il conteggio della sua liquidazione che si aggirerebbe tra 110 e 120 milioni. Del resto, è alla guida di Piazzetta Cuccia dal 2007 e visti gli emolumenti percepiti in questi 18 anni la cifra non sorprende.