Atto volontario, errore umano o guasto tecnico? È ancora avvolto nel mistero lo schianto del volo Air India 171, precipitato il 12 giugno 2025 pochi secondi dopo il decollo da Ahmedabad, causando la morte di tutte le 260 persone a bordo. Il rapporto preliminare dell’Aircraft Accident Investigation Bureau indiano ha aperto nuovi interrogativi, soprattutto alla luce della drammatica conversazione registrata tra i due piloti nei secondi immediatamente precedenti all’impatto.
La lite in cabina: "Perché l’hai fatto?"
Il registratore vocale di cabina (CVR) ha rilevato uno scambio teso tra il comandante Sumeet Sabharwal e il primo ufficiale Clive Kunder. Uno dei due, con tono concitato, avrebbe chiesto all’altro: "Perché l’hai fatto? Perché hai spento i motori?" . La frase fa riferimento al fatto che gli interruttori del carburante sarebbero stati spostati manualmente dalla posizione run (attivo) a cut-off (interrotto), causando il blocco simultaneo di entrambi i motori subito dopo il decollo.
La risposta dell’altro pilota è stata secca: "Non l’ho fatto". Una versione smentita, almeno in parte, dalla ripetizione insistita della domanda, che lascia spazio a varie interpretazioni. Curiosamente, questa conversazione appare in una sola riga delle 15 pagine del rapporto. Nessun dettaglio sui toni, sull’identità del pilota che ha posto la domanda né su chi abbia risposto. Gli esperti si chiedono perché la trascrizione completa del CVR non sia stata pubblicata, lasciando una zona d’ombra su un punto cruciale dell’indagine.
Le ipotesi tecniche: errori noti e controlli ignorati
Accanto alla pista dell’errore umano, si affaccia anche l’ipotesi di un guasto tecnico. Due segnalazioni della Federal Aviation Administration (FAA) – una del 2018 e l’altra del 2021 – avevano già evidenziato criticità nei comandi del carburante su alcuni modelli Boeing.
Nel 2018, un Special Airworthiness Information Bulletin indicava che su alcuni Boeing 737 (ma anche sui 787, come quello coinvolto nello schianto), gli interruttori del carburante erano montati con la funzione di blocco disattivata, aumentando il rischio di manovre involontarie. Air India, secondo quanto emerge, non avrebbe eseguito i controlli suggeriti, in quanto non obbligatori.
Nel 2021, un altro bollettino congiunto FAA-GE raccomandava la sostituzione di un microprocessore (MN4) nelle centraline motore, a rischio di guasti elettrici per l’usura da cicli termici. Anche in questo caso, un malfunzionamento avrebbe potuto causare l’attivazione involontaria degli interruttori, con conseguenze fatali.
Controlli urgenti ordinati in India (e non solo)
A seguito del rapporto preliminare, la Direzione Generale dell'Aviazione Civile indiana ha ordinato alle compagnie nazionali di verificare entro il 21 luglio gli interruttori del carburante su tutti i Boeing 787 e 737. Sono coinvolti circa 150 aerei, operati da Air India, Air India Express, Akasa Air, SpiceJet e IndiGo. Molte compagnie hanno già avviato controlli precauzionali. Sulla scia dell’incidente, anche la Corea del Sud si è detta pronta a ordinare ispezioni simili per le flotte Boeing, in linea con le linee guida FAA del 2018.
Cosa sono gli interruttori del carburante
Posizionati tra i due sedili dei piloti subito dietro le leve dell’acceleratore, regolano il flusso di carburante nei motori. Hanno due sole posizioni: run (funzionamento normale) e cut-off (interruzione del flusso). Sono progettati per essere sicuri e resistenti, con un meccanismo a molla che impedisce manovre accidentali. Tuttavia, in presenza di componenti usurati o disattivati, la loro affidabilità può ridursi.
Troppe domande ancora aperte
Chi ha spostato gli interruttori su cut-off? È stato un errore umano, un gesto volontario o un guasto elettronico? Perché il rapporto preliminare omette dettagli cruciali del dialogo in cabina? Per ora, le famiglie delle vittime attendono risposte e trasparenza.