Da primo musulmano sindaco di New York, lui - Zohran Mamdani - spiega che "rappresenterà anche gli ebrei che non lo hanno votato" e promette che costruirà "una collina salda al loro fianco", senza vacillare "nella lotta contro il flagello dell'antisemitismo". Eppure, la sua elezione provoca già un piccolo terremoto a poche ore dall'elezione. Robert Tucker, ebreo sionista finora capo dei pompieri della città che fu teatro dell'11 settembre, lascia il suo incarico, pare proprio per le posizioni di Mandami su Israele. Dallo Stato ebraico, i ministri della destra ultrareligiosa invitano gli ebrei di New York (sede della più grande comunità ebraica al mondo fuori da Israele), a fuggire verso la Terra Promessa per lasciarsi alle spalle la metropoli finita in mano a un "sostenitore di Hamas" (Chikli, ministro della Diaspora) e per seppellire elezioni che saranno "ricordate per sempre nell'infamia per il modo in cui l'antisemitismo ha trionfato sul buon senso" (Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale). "La Grande Mela è caduta", commenta affranto Avigdor Lieberman, leader del partito Israel Beitenu, che definisce Zohran "un razzista e populista, apertamente sciita islamista" ed espressione della "jihad silenziosa".
Mamdani spaventa Israele e molti ebrei di New York, che alle urne hanno preferito l'indipendente Andrew Cuomo (63%) contro il giovane di origini indiane (33%). Non gli perdonano molte cose: la dichiarazione all'indomani del 7 ottobre in cui non citava e non condannava Hamas, l'uso continuo della parola "genocidio" in riferimento alla guerra a Gaza, l'annuncio di voler eseguire l'arresto del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu se dovesse visitare la città dopo il mandato della Cpi, e poi ancora il sostegno al movimento per il boicottaggio di beni e istituzioni israeliane "contro l'occupazione e l'apartheid dei palestinesi" e persino il rap in cui, prima della carriera politica, una decina di anni fa elogiava gli Holy Land Five, dirigenti di un'ex organizzazione benefica islamica condannati per aver aiutato Hamas. In molti lo considerano un estremista pro-Pal come minimo, dai tempi dell'università, quando fondò una sezione di Students for Justice in Palestine. E tanti altri lo reputano un antisemita. Lui ha sempre sostenuto di criticare il governo d'Israele. E gli elettori ebrei di Ny non sono un monolite. Tre su dieci lo hanno votato. Incide la fascia 18-34 anni, che considera "l'attaccamento emotivo" a Israele meno importante (36%) del totale degli ebrei americani (56%). "New York non sarà più una città dove si può trafficare con l'islamofobia", promette Zohrac. Che deve vedersela però con dati inquietanti: a ottobre il 62% dei crimini d'odio a Ny ha avuto matrice antisemita. "Non vedo l'ora non solo di proteggere gli ebrei, ma di celebrarli e apprezzarli", dice. Cuomo avverte: "Non tollereremo comportamenti che alimentino le fiamme dell'antisemitismo". Donald Trump incassa il colpo e studia la strategia: un nemico può fargli gioco. Per lui, che punta a una pace duratura a Gaza, Mandami non è solo "un comunista" ma anche un "odiatore di ebrei".
