La Camera pronta al no sul "processo" a Nordio

Scritto il 15/07/2025
da Luca Fazzo

In arrivo il verdetto del Tribunale. In caso di incriminazione verrà opposto l'interesse nazionale

Il Parlamento "può negare l'autorizzazione a procedere ove reputi, con valutazione insindacabile, che l'inquisito abbia agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante". È questa la norma su cui il caso Almasri appare destinato ad andare ad arenarsi, nel caso che il Tribunale dei ministri decida di chiedere l'autorizzazione a procedere nei confronti di uno o più membri del governo. Il lavoro del tribunale speciale è di fatto concluso, i termini per le indagini sono scaduti e la decisione finale è attesa per la giornata di oggi o di domani.

Dei quattro componenti dell'esecutivo finiti nel registro degli indagati - Giorgia Meloni, Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Alfredo Mantovano - la posizione più delicata appare quella del ministro della Giustizia Nordio, accusato del reato su cui si sta concentrando l'attenzione degli inquirenti romani: omissione di atti d'ufficio, per non avere dato corso tempestivamente - tra il 19 e il 20 gennaio scorsi - alla richiesta di arresto spiccata dalla Corte penale internazionale contro il generale libico. Per la premier Meloni, il ministro Piantedosi e il sottosegretario Mantovano, indagati per favoreggiamento e peculato, potrebbe essere invece in arrivo una richiesta di archiviazione.

Le conclusioni del tribunale dei ministri verranno trasmesse al procuratore della Repubblica di Roma Francesco Lo Voi, che nel gennaio scorso ha iscritto i quattro vip del centrodestra nel registro degli indagati. Delle richieste di archiviazione, che sono inappellabili, Lo Voi dovrà semplicemente prendere atto. Se ci saranno una o più richieste di autorizzazione a procedere, dovrà immediatamente trasmetterle al Parlamento. E lì sul caso Almasri si aprirà la battaglia politica. Dove un dato appare certo: la maggioranza non ha alcuna intenzione di consentire alla Procura di Roma di trascinare uno o più dei suoi esponenti sul banco degli imputati per una vicenda in cui la Meloni e i suoi sono convinti di avere agito soltanto per il bene del Paese.

La discussione all'interno del centrodestra non è ancora formalmente iniziata, d'altronde dall'arrivo di una eventuale richiesta della Procura ci saranno sessanta giorni di tempo per la decisione della commissione parlamentare da sottoporre poi all'aula. Tutto dovrebbe tenersi alla Camera dei deputati, di cui sono membri la Meloni e Nordio, che in caso di richiesta nei loro confronti si occuperà anche della sorte di Piantedosi e Mantovano che non sono parlamentari. Montecitorio dovrà occuparsi anche della posizione di eventuali altri indagati (di cui per ora non si ha notizia) estranei al governo. Fonti qualificate spiegano al Giornale che, qualunque sia la decisione della magistratura, la linea del centrodestra non potrà essere che un voto compatto di rifiuto dell'autorizzazione a procedere sia per i quattro del governo che per eventuali altri indagati, come prevede la legge nel caso che i fatti siano stati commessi nell'interesse dello Stato "per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell'esercizio della funzione di Governo".

Si tratterebbe per alcuni aspetti di un cambio di rotta rispetto alla linea attuale, che ha attribuito la mancata consegna di Almasri a errori procedurali della magistratura, e riporterebbe l'intera vicenda nel campo della difesa degli interessi nazionali: in nome dei quali inizialmente si era anche ipotizzato di coprire il caso con il segreto di Stato.