Dovrebbe restare al suo posto la sottosegretaria Federica Picchi (Fdi), nonostante la mozione di sfiducia approvata dal Consiglio regionale. Ma il voto dell'Aula, che invita a rimuoverla dalla giunta dopo le storie novax rilanciate su Instagram, ha lasciato i suoi strascichi nel centrodestra lombardo, tra veleni e accuse reciproche. Il primo ad attaccare gli alleati è il deputato Giovanni Donzelli che parla di un «fatto grave». Lui stesso lunedì aveva cercato di compattare i consiglieri durante una visita al Pirellone insieme ad Arianna Meloni, «sponsor» di Picchi. Niente da fare: la mozione è passata con il voto di ben 19 franchi tiratori nel centrodestra. Donzelli cerca di blindare la sottosegretaria - «per me deve andare avanti» - ma ne fa una questione di lealtà nella maggioranza, alzando il livello dello scontro: «Se uno ha un problema politico lo dice chiaramente» ma senza FdI «non ci sarebbe la maggioranza in Lombardia». Anche dal territorio, il partito ribadisce la sua fiducia a Picchi. «Noi siamo leali - dice il coordinatore regionale di FdI Carlo Maccari - e ci aspettiamo reciprocità». Il rischio, è il ragionamento che si fa ai piani alti di Palazzo Lombardia, è che si crei un precedente, con il Consiglio regionale usato come arma per regolamenti interni ai partiti. La matematica, fanno notare Lega e Forza Italia, «parla chiaro». Qualche voto contro Picchi può anche essere arrivato da loro, ma il grosso va ricercato nella pattuglia di FdI. Lo «schiaffo» c'è stato, e pure piuttosto pesante. Qualcuno, a microfoni spenti, sottolinea che tra Picchi e il gruppo lombardo non è mai sbocciato l'amore. L'idea di un suo passo indietro era probabilmente congeniale anche a chi, dentro FdI, voleva riequilibrare i rapporti di forza interni in giunta, magari premiando Giorgio Bontempi, che era decaduto dal ruolo di consigliere dopo il rientro in Aula dell'ex assessore Barbara Mazzali. La Lega assicura che loro non avevano né vantaggi né interessi nel mettere in difficoltà il presidente Attilio Fontana. «C'è solo da prendere atto di una certa inesperienza che poco si addice a chi aspira a dettare le regole in Regione Lombardia» punge il segretario della Lega lombarda Massimiliano Romeo. Qualche dubbio in più nasce su Forza Italia, per le ambizioni di rimpasto e per la battaglia condotta proprio in Regione per l'immunizzazione dei neonati contro il virus respiratorio sinciziale: «È vero che siamo cresciuti tanto, raddoppiando la nostra pattuglia al Pirellone - osserva il coordinatore regionale azzurro Alessandro Sorte - ma chi ci accusa ci dà una centralità e un peso che, per il momento, ancora non abbiamoSpostare una ventina di consiglieri va ben oltre le mie più rosee previsioni»
Picchi sfiduciata, tensione nel centrodestra. Ma i suoi la "blindano"
Scritto il 06/11/2025
da Nicolò Rubeis
