L'Europa si sente sotto scacco. Ma l'imperativo è: "Trattare"

Scritto il 15/07/2025
da Francesco Giubilei

Il vertice dei ministri del Commercio Ue sceglie la linea della prudenza. Congelate le ipotesi di ritorsioni agli Usa

Prudenza è la parola d'ordine che emerge dalla riunione dei ministri del Commercio dei ventisette stati membri dell'Ue convocata ieri a Bruxelles per valutare come reagire alla lettera di Donald Trump in cui ha annunciato dazi al 30% all'Europa. Nonostante le pressioni della Francia, dei Paesi Bassi e dei socialisti che vorrebbero un muro contro muro con gli Stati Uniti, la Commissione europea sposa una linea più morbida nella speranza di raggiungere un accordo entro la nuova scadenza del 1 agosto pur individuando "nuove contromisure per 72 miliardi dagli Usa". Proprio dagli Stati Uniti arriva per bocca di Donald Trump la notizia di una possibile missione dei membri della Commissione Ue a Washington: "Noi siamo sempre pronti a parlare, siamo disposti a parlare, anche con l'Europa. Infatti stanno venendo qui, vogliono parlare".

All'ordine del giorno della riunione dei ministri Ue ci sono state proprio le relazioni commerciali con gli Stati Uniti ma anche le trattative in corso a livello europeo per accordi di libero scambio con paesi terzi. A dettare la linea è il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che, a poche ore dall'avvio del vertice, ha affermato "siamo pronti ad agire. Le contromisure sono sul tavolo, ma preferiamo una soluzione negoziata" dopo aver sospeso i contro dazi che sarebbero dovuti entrare in vigore questa notte. Una posizione portata avanti anche dal commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic che, intervenendo al Consiglio Ue Commercio, ha affermato di aver "accolto con rammarico e delusione la lettera inviata dal presidente degli Stati Uniti all'Unione europea, soprattutto considerando la fase avanzata dei nostri negoziati in corso".

Sefcovic ha però aggiunto che "l'attuale incertezza causata da dazi ingiustificati non può persistere all'infinito e pertanto dobbiamo prepararci a tutti gli esiti, compresa" la possibilità "se necessario, di misure proporzionate e ponderate per ripristinare l'equilibrio nelle nostre relazioni transatlantiche: discuterò con i ministri i prossimi passi per le prossime settimane".

Il commissario ha inoltre ribadito la necessità di continuare a trattare con le controparti americane poiché "non riesco davvero a immaginare di rinunciare" a raggiungere un accordo "senza aver fatto un tentativo serio" aggiungendo che "se si parla di dazi al 30% o più, ci sarà un impatto enorme sul commercio, sarà quasi impossibile continuare gli scambi commerciali come siamo abituati nelle relazioni transatlantiche".

Un campanello d'allarme arriva anche dalle parole di Leopoldo Rubinacci, vicedirettore della Direzione Generale per il Commercio della Commissione Ue secondo cui: "I dazi colpiscono il 70% delle esportazioni dell'Ue verso gli Stati Uniti, pari a 380 miliardi di euro ma la quota delle esportazioni colpite potrebbe salire al 97%".

Alla riunione ha partecipato per l'Italia il sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Maria Tripodi su delega del Ministro Antonio Tajani ribadendo la posizione italiana: "L'Italia sostiene fortemente la Commissione nell'attuale complessa fase del negoziato con gli Usa, al fine di raggiungere una soluzione alle questioni commerciali aperte che consenta di rafforzare l'unità dell'Occidente. La conclusione di ulteriori accordi garantisce alle nostre imprese uno spazio all'interno del quale crescere e diventare competitive a livello globale".

Per il momento è congelata l'ipotesi sia dell'entrata in vigore del primo pacchetto di contro dazi europei su 21 miliardi di prodotti statunitensi sia di un secondo pacchetto che colpirebbe circa 72 miliardi di euro di esportazioni americane (nonostante Parigi sostenga non ci debbano essere "tabù contro i dazi Usa" e che occorra "valutare il bazooka") di cui servirebbe il sostegno formale degli stati membri per entrare in vigore.