"Costi gonfiati". Revocati 60 milioni di tax credit alla Sipario di Andrea Iervolino

Scritto il 14/07/2025
da Massimo Balsamo

Pesanti addebiti nella relazione del tribunale di Roma sulla società fondata insieme a Monika Waldner Gomez Del Campo Bacardi. E per i liquidatori non tornerà nulla nelle casse dello Stato

Il ministro della Cultura aveva annunciato una stretta dopo il caso di Rexal Ford ed ecco i primi risultati. Oggi il ministero ha revocato quasi 60 milioni di euro di tax credit concesso alla Sipario Movies spa fondata da Andrea Iervolino e Monika Waldner Gomez Del Campo Bacardi. Secondo quanto riportato da Open, sarebbero emerse palesi irregolarità compiute dalla società nella documentazione inviata al Mic per chiedere e ottenere in gran parte il tax credit.

La società è stata sciolta e messa in liquidazione e i due proprietari si erano denunciati a vicenda. Lo scorso 10 giugno è stata disposta l’amministrazione giudiziaria e proprio dalla procedura sono stati trasmessi i documenti che attesterebbero le irregolarità. La relazione inviata dal pool di professionisti che ha affiancato il liquidatore della Sipario Movies sarebbe molto pesante, spiegando che “la situazione patrimoniale che risultava dai precedenti bilanci della Società era frutto del sistematico compimento di atti illeciti (che si possono definire alla stregua di 'meccanismi illeciti') cui la precedente gestione di Sipario aveva dato corso per anni, anche per il tramite delle proprie società controllate Arte Video S.r.l., Ilbe Studioss d.o.o. e, più recentemente, Welcome to Italy S.r.l. (tali ultime due società hanno anche negato all’ultimo Consiglio di Amministrazione di Sipario i loro documenti contabili ed anche gli estratti conto bancari al fine della redazione della situazione patrimoniale consolidata), nonché per il tramite della Evolution & Development Technology s.a. e dei c.d. agenti di vendita”.

Il rapporto firmato dai liquidatori del Tribunale civile di Roma affermerebbe che la società di Iervolino avrebbe lucrato illecitamente anche sul tax credit al cinema. Nel mirino le presunte voci gonfiate su cui lo sconto fiscale sarebbe intervenuto: tra gli esempi i costi “per i cosiddetti servizi di transcodifica da 2D a 3D, realizzati sulla base di un software ormai obsoleto, per l’importo complessivo di euro 75.286.848,00. In questo modo, la Società è riuscita ad ottenere crediti d’imposta cinematografici per euro 29.682.089, di cui euro 19.160.800 ad oggi utilizzati”. Risulterebbero inoltre gonfiati i costi delle “animations” per “l’importo di euro 169.805.595,00 (costi che, peraltro, non sarebbero stati ammissibili tout court in quanto relativi ad attività svolte in India, tramite la società Assemblage, o in Bahrein, tramite la società Al Mashael Movies, che venivano però “europeizzati” tramite interposte società europee di comodo). In questo modo, la Società è riuscita a ottenere crediti d’imposta cinematografici per euro 27.730.028,26, di cui utilizzati euro 14.634.217,06”.

Secondo Open, la società fondata da Iervolino e Bacardi avrebbe gonfiato il conto economico sia sul fronte dei ricavi che su quello dei costi “sulla base di presunti ricavi provenienti da entità giuridiche estere di comodo e di costi volutamente gonfiati da fornitori interposti”. Il titolare della società, inoltre, avrebbe creato attività fittizie dilatando patrimonio e risultato netto della società grazie alla contabilizzazione "della partecipazione e dei crediti commerciali e finanziari verso Ilbe Studios per importi privi di qualsiasi fondamento; di crediti commerciali verso gli agenti di vendita frutto esclusivamente di operazioni simulate" e al "disallineamento tra la contabilizzazione di costi delle opere audiovisive, non imputati interamente a conto economico, ma anche capitalizzati e poi ammortizzati negli anni successivi, rispetto ai proventi da minimo garantito e da crediti d’imposta cinematografici e per la ricerca e sviluppo, tutti imputati invece a conto economico nell’anno di riconoscimento".

Piuttosto folto l’elenco degli addebiti nei confronti del management della società. Open cita la "distrazione a beneficio di talune società (Evolution e Al Mashael) di ingente liquidità e della titolarità e sfruttamento dei diritti sulle opere cinematografiche realizzate da Sipario", oltre che il "gonfiamento artificioso del valore di quotazione delle azioni di Sipario sul mercato regolamentato Euronext Growth Milano", mirato a migliorare artificiosamente il rating bancario così da consentire alla società di racimolare “ingenti prestiti che ora non è in grado di rimborsare”. E, ancora, l’accusa della distrazione di “oltre 22 milioni di euro” a favore di altre società, in questo caso viene citata la “Evolution”.

Le accuse sono pesanti. Attraverso un giro di società estere – sempre collegate a Iervolino, al lavoro su un film sui fratelli Maserati con Al Pacino protagonista – costi reali di acquisto e produzione sarebbero stati gonfiati di almeno dieci volte, così da “fare salire la massa” su cui richiedere il tax credit al Mic. Parte di queste cifre sarebbero state incassate, mentre altre sarebbero state congelate dal dimissionario Borrelli una volta emersi i primi dubbi. La revoca potrebbe non avere effetti concreti, secondo la relazione: la società apparirebbe svuotata di qualsiasi bene realizzabile. Per i professionisti, spiega Franco Bechis, la Sipario “non dispone di effettivi assets, giacché gli stessi sono stati dirottati verso terze economie direttamente o indirettamente riconducibili al sig. Iervolino, ha visto svanire i pretesi ‘crediti di imposta’ precedentemente iscritti nell’attivo, i quali sono risultati artificiosi e dunque illegittimi, e non risulta avere effettive potenzialità industriali o produttive”. I pagamenti alle banche sarebbero fermi dal giugno del 2024, con un’unica eccezione datata settembre 2024. Niente soldi a dipendenti – quasi tutti licenziati – e fornitori, con passività finanziarie pari a 38 milioni di euro, debiti commerciali e altre passività a 22 milioni e attività a 17 milioni.

Per il momento nè Iervolino, nè gli altri protagonisti citati hanno rilasciato dichiarazioni.