"Capita anche a un ministro a volte di fermarsi, di aver bisogno di fermarsi, di passare una giornata con la famiglia". Andrea Abodi, titolare del dicastero dello Sport, ha spiegato di aver vissuto la vittoria di Jannik Sinner a Wimbledon con grande emozione, ma "a distanza" perché "contrariamente a tante altre volte, questa volta non sono andato".
"Io credo che la cosa più importante sia poter gioire comunque da presente o da diversamente presente, per un'impresa che riunisce tutti", ha aggiunto il ministro Abodi parlando "La Politica del Pallone" su Gr Parlamento a proposito del primo successo di un tennista italiano all'All England Club. Sul fatto che nessun rappresentante delle istituzioni italiane abbia assistito all'impresa del numero 1 del tennis mondiale, mentre per Carlos Alcaraz era presente anche il re Felipe II, Abodi ha spiegato: "Può capitare ed è capitato in questa circostanza: ce ne dispiace perché sarebbe stato molto più bello essere lì presenti, ma a volte anche noi abbiamo circostanze della vita che ci impediscono di farlo e questo non penso che debba meritare un giudizio che, tutto sommato, distoglie dalla grande gioia che dovrebbe accomunarci".
Secondo Abodi si tratta di un trionfo "fantastico" e, al di là di chi era presente o assente, "un altro effetto di questa straordinaria vittoria è il coinvolgimento collettivo, il senso della partecipazione, la capacità anche di un'altra disciplina che non è il calcio di trascinare una nazione". La vittoria di Winbledon da parte di Sinner, quindi "non è soltanto sportiva, ma di un modello comportamentale, di un modo di essere grande in campo e fuori dal campo". Il ministro ha poi concluso: "Ad ogni vittoria c'è stata una celebrazione, sono convinto che non mancherà. Il tema è trovare un punto di incontro tra l'agenda delle istituzioni e quella sportiva di Sinner. Quando lui vorrà saremo pronti ad accoglierlo e ad abbracciarlo".