Il Giornale è entrato in possesso di un documento che Ranieri Guerra ha depositato in commissione d’inchiesta covid e che contiene ulteriori e nuove rivelazioni sul ritiro del rapporto scritto dal team di ricercatori di Venezia coordinato da Francesco Zambon.
L’11 maggio 2020, alle 23:31, Ranieri Guerra scrive al direttore regionale dell’Oms Europa, Hans Kluge. È l’inizio di una crisi interna che, in pochi giorni, porterà al ritiro del rapporto sul Covid-19 redatto dall’Ufficio Ons di Venezia.
“Informo il direttore regionale Hans Kluge (capo dell’ufficio da cui Venezia dipende) della questione - si legge nel documento consegnato da Ranieri Guerra ai commissari - chiedendo le sue indicazioni in merito e suggerendo un suo contatto diretto con il ministro della Salute prima della pubblicazione del Rapporto.”
Segue un lungo messaggio su WhatsApp, in cui Guerra mette in guardia Kluge:
“Caro Hans, potremmo avere un problema molto serio con il rapporto preparato dall’ufficio di Venezia. L’ho esaminato dopo averlo ricevuto da Soumya, alla sede centrale (purtroppo non dai colleghi di Venezia). Ho contattato immediatamente Francesco, sottolineando gli errori presenti nel rapporto e la necessità di riformulare alcune delle affermazioni pesanti che vi compaiono. Penso che Dorit e Cristiana condividano la mia impressione che possa essere pericoloso pubblicarlo così com’è. Mi dispiace molto doverti allertare, ma a mio avviso il rapporto dovrebbe essere attentamente rivisto e condiviso prima con il ministro Speranza, per evitare reazioni negative da parte del governo, proprio ora che godiamo della sua piena fiducia. Inoltre, abbiamo discusso del rifinanziamento dell’ufficio di Venezia e della possibile attivazione di un ufficio dell’Oms in Italia. Lasciami dire che, se non seguiamo un approccio prudente, potremmo perdere questa opportunità. Mi troverei anche io in una posizione molto difficile e sarei costretto a dichiarare che non concordo con il rapporto. Mi dispiace davvero molto doverti avvisare. Ti prego di verificare e darci la tua decisione sulla questione, che seguiremo.”
Due giorni dopo, 13 maggio alle 07:55, Guerra annota la risposta di Kluge.
“Il Direttore Regionale Hans Kluge mi ha risposto dicendo di ritenere che fosse stato trovato un linguaggio di compromesso con la versione emendata del Rapporto, e mi ha chiesto di organizzare una videoconferenza con il ministro Speranza per la stessa sera.”
Il Paese è in pandemia e lockdown e il governo si preoccupa della sua reputazione? Possibile? Guerra si muove immediatamente:
“Ho verificato la disponibilità del ministro, che è stata concessa per la mattina successiva (14 maggio) alle 8:40 oppure alle 13:00. L’agenda prevedeva la proroga dell’Ufficio di Venezia e l’apertura di un nuovo ufficio Oms a Roma, ospitato presso la tecnostruttura del Ministero della Salute a Roma.”
La richiesta di Kluge è chiara: un incontro urgente con il ministro per prevenire una rottura politica. Nelle ore successive, Guerra invia messaggi sempre più preoccupati:
“Ho ricevuto una telefonata molto allarmata dal presidente dell’Iss che afferma che il rapporto di Venezia è un’offesa istituzionale. Sta scrivendo al ministro poiché anche tutto il ministero della Salute non ne era a conoscenza. Anche Ruocco si arrabbierà. Stai attento e preparati a rispondere.”
“Hans, mi dispiace dirlo, ma devi prepararti a una situazione difficile. Non credo che reagiranno positivamente. Ritengono che l’Oms abbia arrecato un’offesa istituzionale inutile pubblicando un rapporto di cui non erano stati informati. Ho già dovuto scusarmi e temo che possano chiedermi di tornare a Ginevra.”
Fino al messaggio più diretto, in cui Guerra suggerisce apertamente il ritiro:
“Ciao di nuovo. Ho ricevuto un messaggio dal ministro Speranza, giustamente furioso, che chiede come sia stato possibile che non fossero stati informati o consultati. Ho dovuto avvisare Tedros della situazione in cui ci troviamo. Il mio suggerimento è di ritirare il documento, scusarti con il ministro e iniziare a rivedere insieme il nuovo rapporto. Mi dispiace molto, ma non vedo altra opzione per dimostrare la nostra buona fede.”
Il giorno seguente, 14 maggio alle 09:02, Guerra aggiorna Kluge su una serie di telefonate concitate:
“Ho informato il Direttore Regionale Kluge di una telefonata allarmata ricevuta dal Presidente dell’Iss Brusaferro, seguita da un’analoga chiamata del ministro Speranza. Entrambi chiedevano spiegazioni in merito alla pubblicazione e alla diffusione pubblica del Rapporto senza alcuna informazione preventiva, e senza nemmeno menzionare le misure adottate dal governo nella notte. Il Direttore Regionale ha confermato la propria volontà di verificare la situazione alle 09:08.”
Poche ore dopo, la tensione si sposta su un piano più operativo:
“Il ministro ha richiamato alle 12:23 chiedendo ulteriori informazioni e accettando l’ipotesi di affiancare al team di Venezia due esperti dell’ISS, al fine di rivedere e perfezionare il Rapporto per poi ripubblicarlo entro due giorni, trattandosi di un rapporto sull’Italia e non di un rapporto sulle attività dell’Oms in Italia.”
Nel pomeriggio, arriva la svolta definitiva:
“Il Direttore Regionale Kluge ha poi confermato di aver deciso di ritirare il Rapporto alle 16:23.”
Cinque giorni più tardi, Guerra scrive un messaggio lungo e dettagliato a Kluge, ricostruendo la crisi e la propria posizione:
“[15:48, 18/05/2020] Caro Hans, grazie mille per le tue indicazioni. Condivido la necessità di proteggerti e salvaguardare la reputazione dell’Oms in questa situazione particolarmente difficile. Come ricorderai, da lunedì 11 sto segnalando e comunicando le mie preoccupazioni personali sulla questione. Come sai, non sono stato consultato dallo staff di Venezia e non avevo mai visto il manoscritto fino a quando Soumya, della sede centrale, non me lo ha inoltrato chiedendomi suggerimenti. Una volta letto, ho risposto al dott. Zambon, mettendo in copia C. Salvi e chiedendo anche l’aiuto di Dorit, a partire da lunedì 11, quando ho visto la bozza e ho chiesto a Soumya di tenere il rapporto in sospeso fino a raggiungere un accordo con gli Autori sulla procedura più appropriata. Fino a mercoledì ho cercato di convincere gli Autori a trattenere il rapporto e a verificare prima con le autorità italiane, prima della pubblicazione. Ho anche avvisato te, sottolineando i rischi e le cautele. La risposta ricevuta dagli Autori è stata che volevano mantenere la piena responsabilità (gli scambi di e-mail sono a tua disposizione, se desideri seguire l’intera conversazione) e hanno deciso di procedere con la pubblicazione nel dominio pubblico. Ho ricevuto gli avvisi dal Presidente dell’Iss e dal ministro il giorno successivo, un minuto prima di segnalartelo, quando ho proposto di ritirare il rapporto a causa delle reazioni che ero riuscito a intercettare prima che diventassero un problema maggiore per te e per l’Oms.”
“A quel punto, ti ho proposto di andare avanti con il rapporto cercando di coinvolgere Iss e ministero, e di pubblicare un documento congiunto e condiviso, mitigando così i danni, nonostante i miei avvertimenti precedenti. Continuo a essere di questa opinione e resto pienamente disponibile a fornire assistenza e consulenza, ma ho bisogno della tua autorizzazione e del testo del rapporto, che non mi è mai stato trasmesso, come sai. Sono certo che vorrai considerare questo non come un problema di comunicazione – almeno non da parte mia – poiché ho comunicato ampiamente con tutti nel RO e a Venezia. Si tratta di un problema di sostanza e di procedura che gli Autori hanno deciso di ignorare di propria iniziativa, nonostante le mie indicazioni chiare e inequivocabili. Ti ringrazio ancora e, se sei d’accordo, ti chiedo di inviarmi il file .docx. Ho una riunione con il Presidente dell’Iss e il capo di Gabinetto del ministero della Salute alle 19:00 per risolvere correttamente la questione, poiché mi ha messo in una posizione difficile dopo tutti i miei sforzi per posizionare te e l’Oms nel ruolo più influente e favorevole presso il governo.”
Poche ore più tardi, alle 20:36, Guerra comunica la chiusura della crisi:
“Buonasera Hans. Credo di essere riuscito a chiudere l’incidente e a ristabilire un atteggiamento positivo e uno spirito di collaborazione. Due ore di incontro con il ministro e il capo di gabinetto sono andate molto bene. Dobbiamo parlarne e vedere come posso sostenerti al meglio nelle tue posizioni e nello sviluppo della tua strategia per il Paese.”
Tra l’11 e il 18 maggio 2020, le comunicazioni interne dell’Oms raccontano una profonda crisi diplomatica e politica tra l’Oms ed il governo italiano su cui la commissione Covid - temuta ed ostacolata dalle opposizioni - sta portando alla luce ulteriori squarci.
